Non è, insomma, un buon periodo per la sicurezza informatica: le recenti notizie sui cyber attacchi che da alcuni giorni colpiscono infrastrutture critiche, banche, porti, aeroporti in Italia lo confermano. Ma lo confermono soprattutto i dati. Il Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, ha reso noto il sua ultimo rapporto sugli attacchi registrati nel solo 2024. Prendiamo i dati del mondo: lo scorso anno sono stati 3541, il 27% in più rispetto al 2023 che ne contava 2800 e quasi il doppio rispetto al 2020, solo 5 anni fa. La stagnazione attuale è solo apparente.
Sul piano dei numeri, nel solo 2024 si sono verificati in media 295 incidenti al mese contro 232 nel 2023 e 139 nel 2019. Un peggior realtà che in Europa vede addirittura un incremento degli incidenti significativi del 67%. Per l’Italia, si osserva ad esempio su base annuale un tasso di crescita degli incidenti ciber del 15,2%. Il nostro Paese rappresenta il 10,1% del campione complessivo degli incidenti individuati in tutto il mondo e, pur essendo un dato importante, rispetto al 2023 si registra una lieve flessione. Ma non solo i numeri, interessante è anche la tipologia e la qualità degli attacchi.
In Italia le percentuali di attacchi per categoria sono state: news e multimedia il 18%, manifatturiero il 16%, governativo il 10% del totale. I trasporti e la logistica hanno rappresentato il 7% degli attacchi globali, con una flessione del 4% rispetto al 2023. Se il numero di attacchi in percentuale è basso rispetto al resto del mondo, le vittime sono particolarmente elevate e oltre un quarto del totale generale riguarda realtà italiane. Ad ogni modo, si tratta di dati parziali poiché c’è ancora molta resistenza tra le società ad avvertire gli organi competenti di quanto subìto.